giovedì 7 marzo 2013

E voi ?!

Buon pomeriggio a tutti...Ho deciso di affrontare la tematica della malattia mentale in quanto ne sono appassionata; cerco di spiegarmi meglio!

Circa 4 anni fa grazie ad una esperienza di alternanza scuola-lavoro, mi sono ritrovata ad operare in una cominità di malati psichiatrici....le prime settimane sono state quelle più difficili siccome a scuola non ci avevano insegnato come rapportarci con persone apparentemente tanto"diverse e lontane" da noi,non sapevo cosa sarebbe stato meglio dire o non dire!! Insomma mi sono ritovata in una realtà nuova e sconosciuta nella quale non sapevo proprio come muovermi!!Solo con l'andare delle settimane mi sono "sciolta" e ho cercato di comportarmi naturalmente ... sono stata semplicemnte ME STESSA!!


Vorrei sapere quanti di voi hanno affrontato una situazione simile o quanti vorrebbero un giorno trovarsi ad operare in questo ambiente!Io vi ho accennato la mia esperienza... ora tocca a voi!!!!!

3 commenti:

  1. Ciao Francesca, sono Marica una tua compagna di corso. Io non ho mai lavorato con persone che soffrivano di problemi psichiatrici ma al Liceo ho conosciuto e avuto un compagno di classe che era schizzofrenico.
    Il "vivere" con lui per 5 anni mi ha aperto un po' la cutriosità verso questo mondo tanto emarginato al giorno d'oggi.
    In quegli anni quando a scuola aveva le sue crisi nemmeno le professoresse riuscivano a calmarlo un po' per paura un po' perchè proprio non sapevano come approcciarsi a lui: era a questo punto che "entravamo in scena" io e due mie amiche. Lui con noi si confidò e disse che praticamente sentiva delle voci che gli dicevano di farsi male, allora quando era scola lo sentivi urlare per i corridoi, tirare pugni ai vetri delle porte, tutte cose che comunque colpivano lui non gli altri, ma un giorn odurante l'intervallo strappò dal muro dei listelli e cominciò a tirarli giù dalle scale. A me prese una gran rabbia perchènessuno andava in suo aiuto, le prof avevano paura di farsi male, le bidelle non ci facevano salire per paura che un listello ci colpisse...
    Io fortunetamente riuscii a salire al piano dov'era lui e cercai con molta prudenza di avvicinarmi..in quei momenti ero tranquilla perchè lui mi riconosceva e non aveva nessuna intenzione di farmi del male, anzi mi ricordo che mi disse " vai via marica ti faccio male, non riesco a fermarmi" o ancora " Marica stanno ridendo tutti di me...sono un matto sono un matto!!!" Io in quel momento cercai solo di rassicurarlo e mentre parlavo con lui mi avvicinavo...riuscii a raggiungerlo e lui mi abbraccciò crollando in pianto e ringraziandomi...

    Ora sono certa che non tutti i pazienti o le persone affette da questi tipi di malattia reagiscono cosi ma in quel momento mi sono sentita molto soddisfatta insomma ero riuscita a fermare un amico, cosa che nemmeno le professoresse avevano il coragio di fare...e proprio questo mi ha spinto a volermi iscrivere alla facoltà che sto facendo...e ad aprirmi la curiosità verso queste persone "non tanto fortunate come noi"

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    1. Ciao Marica!!!
      Wow che testimonianza!
      La penso come te, nel senso che anche io nella mia esperienza quando riuscivo ad interagire con i ragazzi in comunità o quando loro spontaneamente si sedevano accanto a me solo perchè avevano voglia di parlare o di essere acoltati mi sentivo "forte",mi sentivo quasi importamte perchè era come se si sentissero a propio agio e uguali a me!!
      Ti faccio i miei complimenti perchè ,nonostante ne le professoresse ne i tuoi compagni si interessassero ai problemi di questo ragazzo tu hai comunque seguito la tua strada facendo ciò che ti sembrava giusto senza essere influenzata dalle opinioni altrui!!
      Proprio come te,anche io a seguito di un'esperienza su campo ho deciso di iscrivermi a questo corso di laurea insomma che dire.. brave noi ! ;)

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  2. :-) Già Brave noi!!!!Alla fine secondo me i matti sono quelli che non capiscono quanto male possa stare uno con quei problemi, e che anzi che aiutarlo stanno li a ridergli dietro...

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